5. Monteponi mine experience
La grandiosa miniera metallifera di piombo, argento e zinco ha rappresentato a lungo uno dei più importanti impianti produttivi dell'Italia ed è a tutt'oggi fra i più caratteristici insediamenti minerari della Sardegna. Si è sviluppata per aggregazioni successive, saturando le aree disposte a livelli diversi del pendio, secondo la consueta logica dell'utilizzazione progressiva dei filoni più idonei. Gli impianti più antichi sono i due pozzi principali (Vittorio Emanuele II, 1869, e Quintino Sella, 1874), che nonostante la destinazione industriale mostrano un'architettura di derivazione classica con timpani, paraste e cornici. Gli edifici che hanno via via soffocato questi pozzi sono un'interessante traccia del progresso tecnologico e produttivo della miniera. Nell'insediamento abitativo spicca il palazzo Bellavista, sede della direzione, costruito nel 1865-66 dall'ingegnere Adolfo Pellegrini, direttore della miniera. In posizione preminente e un tempo isolata, ha una pianta a U, con un alto zoccolo per le finestre del piano terra e una serie di paraste, che inquadrano le aperture del piano nobile, con un richiamo evidente a modelli aulici di gusto classico. Sul retro un giardino terrazzato ad emiciclo, abbellito da essenze esotiche come le palme, permette una magnifica vista della vallata sottostante. Il verde avvolge anche le abitazioni per dirigenti e impiegati, isolate più a monte, mentre secondo principi gerarchici ricorrenti in tutte le miniere, verso la strada statale proveniente da Iglesias, a valle sono disposte le case operaie su file parallele a schiera. Ad una quota intermedia, il piazzale d'ingresso fornisce anche il volto pubblico della società mineraria, con il busto di Carlo Baudi di Vesme (1877) e gli edifici di servizio: oltre il vecchio ospedale, la chiesa, l'asilo, la scuola, tutti rispondenti a criteri di semplicità e di razionalità, costruiti tra le due guerre mondiali. Il più singolare è la chiesa, inaugurata nel 1945, semplice e geometrica d'impianto, che in realtà nasce dalla trasformazione della casa del fascio (1936) con la soppressione di alcune parti e l'aggiunta di un campanile e di un timpano geometrico. (fonte Sardegnacultura.it)